John Augustus Sutter fu un pioniere svizzero di origine tedesca, colonizzatore della California.
Egli trascorse gran parte dei suoi primi anni di vita in Svizzera dove divenne ben presto un commerciante, ma la sua attività fallì altrettanto presto e finì in bancarotta.
Nel 1834 fuggì dal suo paese recandosi negli Stati Uniti per sottrarsi al processo per debiti derivante dal fallimento economico, e lasciò la moglie e i cinque figli che avrebbero dovuto raggiungerlo in America se fosse riuscito a far fortuna.
Sutter sbarcò a New York, fingendosi un ufficiale della Guardia svizzera costretto a fuggire dalla Rivoluzione francese del 1830.
La sua intenzione era quella di raggiungere la California che a quel tempo era territorio del Messico e dove vi arrivò nel 1839.
Impiegando membri delle tribù native, Sutter iniziò a costruire un insediamento, che chiamò Nuova Helvetia (Nuova Svizzera), con il sogno di creare un’utopia agricola.
Per proteggerlo, stabilì anche il Forte di Sutter con muri di oltre 5 metri di altezza che circondavano negozi, case, mulini e artigiani.
Volendo ottenere una concessione di terra, Sutter divenne cittadino messicano e nel 1843, il governatore Juan Bautista Alvarado gli concesse poco più di 20.000 ettari nella zona orientale della California.

In pochi anni il territorio della sua colonia si estese in modo esponenziale el’insediamento prosperò tra cacciatori e commercianti immigrati che viaggiarono o si stabilirono nella zona.
Insieme alla sua ricchezza e ai suoi possedimenti, Sutter vide crescere anche il suo prestigio politico.
Nel giro di poco tempo, divenne l’uomo più ricco e influente della regione e la sua famiglia lo raggiunse in California che, nel 1847, entrò a far parte degli Stati Uniti.
Nel gennaio del 1848, quando Sutter era ormai all’apice della sua potenza, un suo dipendente, James Marshall, trovò dell’oro sulle rive del fiume American, dove egli aveva fatto costruire una segheria: questa scoperta diede vita alla cosiddetta corsa all’oro.
Marshall avvisò immediatamente Sutter che avrebbe voluto mantenere il segreto sulla scoperta, ma la notizia era semplicemente troppo grande e in pochissimo tempo trapelò.
Man mano che la voce si diffuse rapidamente, circa 80.000 minatori inondarono l’area estendendosi su e giù per la valle del Sacramento, invadendo il dominio di Sutter.
Anche i suoi dipendenti si unirono alla corsa all’oro e Sutter non fu in grado di proteggere la sua proprietà.
In pochissimo tempo, le sue pecore e il suo bestiame furono rubati per saziare i nuovi arrivati, tutti i suoi dipendenti lo abbandonarono per partecipare anch’essi alla corsa all’oro e la sua terra venne occupata da abusivi.
Tutto ciò lo portò alla rovina.
Dopo aver dilapidato ciò che restava del suo patrimonio in interminabili battaglie legali, a Sutter fu concessa soltanto la proprietà di una piccola parte dei suoi terreni con il riconoscimento di solo $ 250 al mese dallo Stato della California.
L’uomo dovette rinunciare a New Helvetia per pagare l’ultimo dei suoi debiti.
L’insediamento fondato da Sutter divenne nel 1854 la capitale della California, come lo è a tutt’oggi, visto che si tratta in parte dell’odierna Sacramento.
Il colpo finale arrivò nel 1865, quando un piccolo gruppo di uomini diede fuoco alla sua casa a Hock Farm, distruggendo completamente la struttura.
Sutter e sua moglie si trasferirono così in Pennsylvania e per i successivi quindici anni, continuarono a combattere il governo degli Stati Uniti per il risarcimento delle perdite, ma poco venne fatto.
John Augustus Sutter morì nel pomeriggio del 18 giugno 1880 in un hotel di Washington D.C.
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